Marcon (VE): Coppia gay perseguitata dal vicino costretta a traslocare
Dopo anni di minacce da parte del vicino, la coppia ha raccontato la storia e ha deciso di andarsene
Perseguitati e discriminati da un vicino di casa in quanto coppia omosessuale. Due quarantenni residenti a Marcon, in provincia di Venezia, hanno deciso di raccontare la loro storia affinché possa essere utile ad altre persone «per evitare le sofferenze che abbiamo patito noi negli ultimi quattro anni».
Mario e Fabio - i nomi sono di fantasia, per impedire un’esposizione che potrebbe creare loro ulteriori difficoltà - dopo aver resistito a lungo, alla fine sono stati costretti a vendere il loro appartamento, scegliendo di trasferirsi il più lontano possibile: "Abbiamo perso la serenità a seguito del comportamento del nostro vicino di casa: ora vogliano soltanto cercare di recuperarla", raccontano assistiti dal loro legale di fiducia, l’avvocato Veronica Campaner.
A certificare le minacce, le offese, le intimidazioni, le condotte assillanti di cui sono stati vittima, lo scorso 16 gennaio è stato il questore di Venezia che, su istanza di uno dei componenti della coppia, ha emesso un provvedimento di ammonimento, invitando il vicino di casa "a tenere un comportamento conforme alla legge", per evitare di finire sotto processo per il reato di stalking.
«Da allora la situazione si è un po’ tranquillizzata, ma abbiamo paura ad uscire di casa, non ci sentiamo più tranquilli», si confidano. Mario racconta di essere caduto in depressione e di essere dovuto ricorrere alle cure di uno psichiatra: "Soffrivo di attacchi di panico, ho anche pensato al suicidio... Nessuno delle persone a cui raccontavamo quanto ci stava accadendo sembrava capirci: tutti tendevano a minimizzare".
Mario e Fabio raccontano di aver abitato in quel condominio di Marcon, a pochi chilometri da Mestre, fin dal 2007: "Quella casa è simbolo della nostra unione, per noi era importantissima: stiamo assieme da 22 anni", spiegano collocando i loro problemi con l’arrivo, a partire dal 2018, del nuovo inquilino.
Tra i motivi delle tensioni a quanto pare ci sarebbe stato il comportamento della loro anziana gatta, che ogni tanto usciva in giardino, la cui presenza era vissuta con fastidio dal vicino di casa: "Quando ci incontrava nel cortile comune ci insultava, dicendo che ce ne dovevamo andare perché facevamo schifo a tutti - ricorda Mario - Con l’auto ci puntava come se volesse investirci, per poi sterzare all’ultimo momento..."
La coppia cita le ripetute offese con riferimento al loro essere omosessuali ("froci di m..."), le minacce di morte, e raccontano che l’uomo li ammoniva a stare lontani dai suoi figli, i quali venivano chiusi in casa ogni qualvolta la copia veniva vista uscire nelle parti comuni dell’edificio.
"Una diffida inviata dal nostro legale, per conoscenza anche all’amministratore di condominio, non è servita a nulla - ricordano - Ci era stato consigliato quindi di fare denuncia penale, ma avevamo temuto di poter incorrere in ritorsioni più gravi, e non l’abbiamo presentata".
Il vicino di casa respinge ogni accusa e ha già impugnato l’ammonimento del questore di fronte al Tribunale amministrativo regionale, che dovrà pronunciarsi sulla fondatezza del provvedimento. Ma non solo. Nel 2021 l’uomo aveva anche depositato una querela nei confronti di Mario e Fabio, accusandoli di violenza privata ai suoi danni, in relazione ad un episodio avvenuto dopo un litigio in giardino a causa della gatta. Ma, a conclusione delle indagini preliminari, il fascicolo d’inchiesta aperto dalla procura è stato archiviato dal gip, accogliendo la richiesta dello stesso PM.
"Continuo a chiedermi il perché da quattro anni la mia vita è completamente stravolta - conclude Mario, che lavora come designer di interni -. Tutto quello che ci apparteneva in quella che era la mia realtà è venuta meno. La violenza fisica e verbale che abbiamo dovuto affrontare, io e il mio compagno, ha raggiunto un limite inimmaginabile".